Niaprazina galenica nei disturbi del sonno dell’adulto e dell’anziano: risultati di uno studio osservazionale su efficacia percepita e tollerabilità

BeniamIno Palmieri1,2, Maria Vadalà1,2, Gaspare Palmieri3

1Network del Secondo Parere, Modena; 2Medico Cura Te Stesso Onlus, Modena; 3Ex Dottorato Psichiatria Unimore, libero professionista.

Riassunto. Scopo. Scopo del presente studio è stato la definizione di compliance ed efficacia clinica sui disturbi del sonno di un prodotto galenico a base di niaprazina; il principio attivo, presente sul mercato farmaceutico italiano per decine di anni, non è più ora disponibile essendo le prescrizioni mediche orientate in massima parte a benzodiazepine e derivati i cui effetti collaterali nel medio-lungo periodo suggeriscono prudentemente di moderarne e modularne l’utilizzo. Niaprazina potrebbe quindi essere proposta nella discontinuazione intervallare delle benzodiazepine, o anche come primaria indicazione terapeutica grazie alla inconsistenza di significativi effetti collaterali come ampiamente confermato dal suo pregresso storico utilizzo specie in età pediatrica. La nostra ricerca ha valutato alcuni aspetti della appropriatezza prescrittiva e i risultati ottenuti con l’uso ipnoinducente di niaprazina galenica in una coorte di pazienti con disturbi del sonno. Metodi. Nel nostro studio osservazionale prospettico aperto, abbiamo reclutato, tramite il Network del Secondo Parere, 42 soggetti volontari in età compresa tra 30 e 83 anni, la maggior parte dei quali dediti a un uso serale notturno di telefonini, tablet e computer che lamentavano difficoltà a prendere sonno e risvegli precoci mattutini intervallati da risvegli per ragioni fisiologiche (stimoli minzionali, sete o altro). Ogni paziente è stato istruito ad assumere niaprazina 50 mg/ml. Ogni paziente ha assunto 8 gocce prima di coricarsi per un periodo di trattamento di 30 giorni. A tutti i partecipanti sono stati poi sottoposti all’inizio e al termine del trattamento i seguenti questionari: 1) Questionario sui disturbi del sonno (QDS). 2) Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI). 3) Insomnia Severity Index (ISI). Risultati. I dati raccolti dalla valutazione dei questionari (QDS, PSQI, e ISI) eseguiti prima e dopo il trattamento hanno evidenziato come la qualità del sonno e in generale la qualità di vita di ogni paziente sia significativamente aumentata (p<0,0001****). Conclusioni. I risultati del nostro studio confermano quanto già noto circa la safety e maneggevolezza di niaprazina formulata galenicamente nei disturbi del sonno; in tutti i casi ne è stata apprezzata la efficacia (un solo drop out) con richiesta di prolungarne il trattamento, specie nei soggetti dediti, nelle ore serali, a una ipereccitazione corticale da prolungato (talora estenuante) uso di mezzi tecnologici, scarsa attività fisica (e scarsa ossigenazione cerebrale conseguente), e in coloro che già in età pediatrica avevano tratto beneficio dallo utilizzo di uno sciroppo industriale a base di niaprazina (Nopron) attualmente soppresso.

Parole chiave. Efficacia, disturbi del sonno, niaprazina, prescrizione galenica, safety.

Niaprazine in adult and elderly sleep disorders: results of an observational study on perceived efficacy and tolerability.

Summary. Aim. The aim of the study was to define compliance and clinical efficacy on sleep disorders of a niaprazine-based galenic product; the active molecule marketed by an Italian pharmaceutical company since long time is no longer available as medical prescriptions are mostly oriented towards benzodiazepines and derivatives whose side effects in the medium-long term suggest however moderating and modulating their use. Niaprazine might therefore be prescribed in the interval drop out of benzodiazepines, or even as a primary therapeutic indication without significant side effects as widely confirmed by its previous historical use very frequent in children. Our research evaluated some aspects of prescribing pertinence and the clinical outcome results obtained with the use of galenic niaprazine in a cohort of patients with an indication for hypnoinducing treatment. Methods. In our observational and retrospective anecdotal study, we recruited, through the Second Opinion Network, 42 otherwise healthy volunteer subjects aged between 30 and 83 years, most of whom were engaged in a nighttime evening use of mobile phones, tablets and computers who complained of difficulty falling asleep and early morning awakenings partly due to physiological reasons (micturition stimuli, thirst, sweating or other). Each patient was instructed to take niaprazine 50 mg/ml produced in galenic formula by the Farmacia del Pavaglione in Bologna and supplied by the ACEF Spa company in Fiorenzuola d’Arda (Piacenza, Italy). Specifically, each patient took 8 drops before bedtime for a treatment period of 30 days. Each patient was then subjected to the following questionnaires at the beginning of the study and at the end of the treatment: 1) Sleep Disturbance Questionnaire (QDS). 2) Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI). 3) Insomnia Severity Index (ISI). Results. The data collected from the evaluation of the questionnaires (QDS, PSQI, and ISI) performed before and after the treatment showed that the quality of sleep and in general the quality of life of each patient was significantly increased (p<0.0001****). Conclusions. The results of our study confirm what is already known about the safety and handling of niaprazine formulated galenically in sleep disorders; in all cases its efficacy (only one drop out) was appreciated with a request to prolong its treatment, especially in subjects dedicated, in the evening hours, to cortical hyperarousal from prolonged (sometimes exhausting) use of technological means, low physical activity (and consequent poor cerebral oxygenation), and in those who had already benefited from the use of an industrial syrup based on niaprazine (Nopron) currently suppressed. 

Key words. efficacy, galenic prescription, niaprazine, safety, sleep disorders.

Introduzione

I disturbi del sonno in qualsiasi età della vita rappresentano un rilevante problema di omeostasi fisiologica di coloro che ne sono affetti, sia sul piano cognitivo che emotivo che più genericamente metabolico1,2. Le diverse casistiche geriatriche riportano nell’età anziana una incidenza di insonnia tra il 5 e il 33% nei Paesi anglosassoni, ove l’uso di benzodiazepine o di agonisti del recettore diazepinico centrale è particolarmente incentivato3,4. Gli effetti indesiderati di tali trattamenti sedativi, specie negli anziani, sono particolarmente rilevanti ai fini della qualità di vita dei pazienti trattati e consistono in atassia sistematica o episodica, cadute, perdita di memoria, alterazioni del tono dell’umore e interessano in pari percentuali la classe delle benzodiazepine5,6. Glass et al.5 hanno paragonato benefici e rischi del trattamento su 2417 anziani cui erano state prescritte benzodiazepine di vecchia e nuova generazione, dimostrando al confronto con il placebo che il rischio di fratture aumentava di 4,7 volte, gli effetti psicomotori avversi aumentavano di 2,61 volte e l’affaticamento diurno di 3,82 volte a fronte di un netto beneficio in termini di migliorata qualità del sonno, minor numero di risvegli notturni5. Il successo ottenuto da questa classe di farmaci ipnoinducenti, supportato anche da ottimi studi-clinici, ha condotto alla obsolescenza di altri prodotti meritevoli comunque di prescrizione, per la loro maneggevolezza e versatilità in tutte le età della vita, che sono stati poi revocati dalle registrazioni vigenti e quindi non più commercializzati. Ciò ha coinciso con la scomparsa di niaprazina come specialità farmaceutica, ma la sua versatilità di impiego e ottima storica performance terapeutica hanno indotto la classe medica più esigente e qualificata, sensibile all’etica prescrittiva a beneficio del paziente, a riproporre la prescrizione in forma di ricetta galenica; ciò allo scopo di discontinuare la terapia diazepinica, specie in quei soggetti in cui la dipendenza, anche solo psicologica, tende ad accentuarne gli effetti indesiderati, con particolare riferimento a difetti cognitivi e indebolimento funzionale dell’apparato muscolo scheletrico.

Con la nostra ricerca ci siamo indirizzati alla valutazione dell’outcome clinico della prescrizione di una molecola che vanta una ampia esperienza in ambito pediatrico, nell’adulto e nell’anziano, ma i cui studi sono stati per lo più confinati agli anni 60-807,8, dopodiché l’attenzione scientifica e la valutazione clinica della efficacia del prodotto è andata via via attenuandosi fino ai giorni nostri.

In tale ambito, peraltro, ci siamo riproposti di condurre uno studio osservazionale prospettico aperto su pazienti non pediatrici in età adulta e senile tenendo anche conto della frequente insonnia o scarsa qualità del sonno dei pazienti geriatrici e degli effetti cognitivi delle benzodiazepine nei trattamenti a lungo termine.

La niaprazina è un derivato piperazinico che agisce prevalentemente sui recettori istaminici del sistema nervoso centrale, onde di seguito proponiamo una sintetica messa a punto del ruolo della istamina e dei suoi recettori nella fisiologia del sistema nervoso9.

La molecola scoperta nel 1910 non è solo un neurotrasmettitore ma riveste multiple funzioni sull’apparato gastrointestinale, circolatorio, immunitario, nonché sulla proliferazione cellulare e sulla emopoiesi8,10-12.

La sintesi della istamina e il suo rilascio sono modulati da un autorecettore H3R che è presente nei neuroni istaminergici e nei loro assoni13. La sintesi della molecola recettoriale parte dalla L-istidina, decarbossilata dall’enzima istidin-decarbossilasi e ulteriormente modificata da diammino ossidasi ed n-metiltransferasi istaminica. Questa sintesi intra-cerebrale è condizionata comunque dalla funzionalità di altri recettori in centri cerebrali specifici di tipo muscarinico-oppioide e da galanina14.

I neuroni istaminergici sono localizzati nel nucleo tubero mascellare dell’ipotalamo, da cui irraggiano molteplici proiezioni dirette a centri nervosi funzionali. Essi sono statti calcolati in numero di 64.00015. I recettori della istamina sono in tutto 4 e appartengono al gruppo dei recettori affiancati alla proteina G con caratteristiche simili alla rodopsina e sono implicati nel ritmo sonno-veglia, nutrizione, apprendimento, memoria. I recettori H1R della istamina furono scoperti nel 1966 nell’utero e nello stomaco del ratto e a seguire gli H2R, H3R, H4R16.

La niaprazina, oltre che possedere una forte affinità per il recettore H1R9, provoca anche una deplezione a breve termine della nor-adrenalina e dopamina nel cervello del ratto; e il suo metabolita primario p-fluoro-fenilpiperazina inibisce l’uptake della serotonina e della noradrenalina in vitro ma solo per un breve periodo12. Questo metabolita non induce di per sé sedazione ma ad alte dosi possiede un effetto ansiolitico-antidepressivo per stimolazione serotoninergica12.

Un recente studio 2024 è stato rivolto a valutare in virtù dell’intero arco metabolico di questa molecola l’effetto della niaprizina come molecola anti-stress al di là dell’effetto sedativo ipnotico17. Trebesova et al.17 hanno infatti confermato l’azione ansiolitica della niaprazina nei modelli comportamentali del topo prospettando una interessante funzione complementare al trattamento dei disturbi del sonno.

La molecola storicamente è nota per un prevalente uso pediatrico con indicazioni specifiche anche sull’autismo e su bambini iperattivi con sindrome ADHD9,18, e oltre che come maneggevole e sicuro composto efficace nel contrastare il risveglio notturno nell’età infantile puberale7.

Ci ha particolarmente interessato l’efficacia terapeutica della niaprazina nell’adulto con disturbi del sonno collegati a un prolungato stress, con connotazioni prevalentemente orientate all’abuso di computer e telefonini, e a particolari caratteristiche psicologiche di soggetti con eretismo psichico e una certa aggressività.

È noto, infatti, come l’abuso degli strumenti tecnologici di questa generazione che vengono prevalentemente utilizzati nelle ore notturne conducono a una iperstimolazione corticale con affaticamento e conseguente difficoltà a prendere sonno e ottenere adeguato ristoro al risveglio19,20.

Materiali e metodi

La qualità del sonno è una dimensione clinicamente rilevante delle funzioni sonno-veglia; include aspetti quantitativi come la durata del sonno, la latenza di addormentamento, il numero di risvegli, ma anche aspetti più puramente soggettivi come la profondità del sonno e la sensazione di ristoro21,22.

Nel nostro studio osservazionale prospettico aperto, abbiamo reclutato, tramite il Network del Secondo Parere*, 42 soggetti volontari in età compresa tra 30 e 83 anni, la maggior parte dei quali dediti a un uso serale notturno di telefonini, tablet e computer, che lamentavano difficoltà a prendere sonno e risvegli precoci mattutini intervallati da risvegli per ragioni fisiologiche (stimoli minzionali, sete o altro).

Criteri di inclusione: soggetti con eretismo psichico, uso serale notturno di telefonini, tablet e computer, e televisione con wash out di qualsiasi farmaco ipnotico anche integratore naturale da almeno 2 settimane, e con prevalente sedentarietà. Ammessi farmaci antipertensivi, ipoglicemizzanti anti-anemici, inclusa terapia marziale, anticolesterolo, statine, ormoni tiroidei. Consentito il consumo di caffeina fino alle 15 del pomeriggio, mentre è stato proibito il consumo di alcool per tutta la durata dello studio.

Criteri di esclusione: pazienti utilizzatori correnti di benzodiazepine, antidepressivi e ansiolitici, pazienti con insufficienza renale grave, insufficienza epatica, insufficienza respiratoria grave (BPCO, enfisema), pazienti in ossigeno terapia, demenza, abuso di alcool.

I 42 soggetti volontari sono stati valutati preliminarmente in sede anamnestica con i seguenti parametri di misura: stress di natura familiare, sociale, lavorativa, burn out e quanto altro, disturbi da abuso di tecnologie di ultima generazione (tabelle 1 e 2).







Il medico ha invitato ogni paziente a scrivere un proprio diario del sonno, riportando al mattino dopo il risveglio dati relativi alla notte appena passata e alcune informazioni sulla giornata trascorsa. In fase di trattamento, infatti, il paziente può verificare come il diario sia il principale strumento della cura attraverso il recupero dell’autocontrollo sull’andamento del proprio sonno, integrando l’osservazione sistematica delle sue variazioni con quelle dei propri comportamenti.

A ogni paziente sono stati somministrati, all’inizio dello studio e al termine del trattamento, i seguenti questionari: 1) Questionario sui disturbi del sonno (QDS); 2) Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI); 3) Insomnia Severity Index (ISI). Tali questionari sono stati sottoposti pre- e post-trattamento al fine di valutare l’efficacia della niaprazina in ogni singolo volontario.

Il questionario sui disturbi del sonno (QDS) valuta la presenza e concomitanza di uno o più disturbi del sonno25. Esso è stato sviluppato e validato sulla base della definizione di insonnia, in accordo ai criteri diagnostici combinati del Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders (DSM-IV) (APA 2002) e dell’International Classification of Sleep Disorders (ICSD-2) (ASDA 2005), e nella versione 2013 è coerente con i nuovi criteri del DSM-5 (APA 2013)26. Nello specifico, questo strumento di auto-valutazione esamina il comportamento del paziente nei giorni lavorativi o nei giorni festivi e la presenza di sintomi notturni, tra cui la difficoltà di oltre 30 minuti all’addormentamento o il risveglio precoce (un’ora prima del previsto). Il QDS è composto da 27 domande (item) suddivise in tre sezioni. La prima sezione di domande (dalla 1 alla 11), con risposta Sì/No, valuta la presenza nell’ultimo mese di vari disturbi del sonno. Le prime quattro domande (1-4) considerano i disturbi di insonnia, cioè difficoltà di inizio del sonno, difficoltà di mantenimento del sonno, risveglio precoce, sonno non ristoratore. Le successive tre domande (5-7) considerano la presenza di eccessiva sonnolenza diurna, caratterizzata da problemi a restare svegli durante il giorno, attacchi di sonno irresistibile e bisogno eccessivo di dormire. Le rimanenti domande considerano apnee (domanda 8), incubi (domanda 9), sonnambulismo o altri comportamenti anomali nel sonno (domanda 10), e irrequietezza e disagio alle gambe (domanda 11). La seconda sezione di domande (dalla 12 alla 19) indaga la durata (da almeno 3 mesi, da 1-2 mesi; da meno di 1 mese) e la frequenza (almeno 3 giorni a settimana, 1-2 giorni a settimana, nel mese solo qualche giorno) dei sintomi e le conseguenze diurne del problema o dei problemi più rilevanti individuati nelle prime 11 domande. La domanda 18, che indaga l’assunzione dei farmaci per i problemi di sonno nell’ultimo mese, può fornire un ulteriore indicatore di rilevanza clinica. Infine, la domanda 19 chiede di indicare il principale problema tra insonnia (domande 1-3), eccessiva sonnolenza (5-7), altri problemi (8-11) o loro combinazioni, a cui si riferivano le valutazioni espresse in merito a durata, frequenza, e conseguenze del problema. La terza sezione (domande dalla 20 alla 27) considera gli orari abituali del sonno, i sonnellini, la possibile presenza di forte russamento, l’insoddisfazione per la qualità del proprio sonno e la presenza di eventuali eventi nell’ultimo mese che possono aver alterato le abitudini o la qualità del sonno (gli item principali del QDS per lo screening dell’insonnia sono presentati in appendice al testo, il QDS completo può essere richiesto agli Autori). Lo scoring del questionario a fini di screening epidemiologico si basa sulla classificazione dei problemi di sonno distinti in sei categorie, mutualmente esclusive e gerarchicamente ordinate: 1) buoni dormitori; 2) insonnia coerente ai criteri DSM; 3) eccessiva sonnolenza coerente ai criteri DSM; 4) insonnia sottocriterio; 5) eccessiva sonnolenza sottocriterio; 6) altri problemi di sonno. Nell’ambito di ricerca, il QDS è stato utilizzato sia per identificare la presenza di disturbi del sonno27,28, sia come strumento di screening e di individuazione dei gruppi sperimentali nella valutazione di relazioni tra disturbo di insonnia e altri variabili, come disturbi alimentari e job stressors29,30.

Il Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI), invece, è stato elaborato allo scopo di fornire una misura affidabile, valida e standardizzata della qualità del sonno attraverso un’indagine dell’andamento del sonno nell’ultimo mese31. È in grado, in fase di screening, di distinguere i “buoni” e i “cattivi” dormitori, ed è utile per valutare la qualità del sonno percepita dai pazienti insonni in fase di valutazione. Anch’esso può essere considerato adeguato a una somministrazione pre- e post-trattamento per una valutazione dell’outcome sulla percezione della qualità del sonno. È composto da 19 item. Le prime quattro domande (1-4) richiedono specifiche informazioni quali l’orario in cui il paziente si dispone a letto, quanto tempo impiega per addormentarsi, a che ora si alza al mattino e quante ore dorme per notte. Le domande dalla 5 alla 8 sono valutate su una scala da 0 a 3, dove 0 rappresenta l’assenza del sintomo nell’ultimo mese e la risposta 3 rappresenta la presenza del sintomo tre o più volte la settimana. L’item 5 si divide in 11 domande (da 5a a 5j). Alla domanda 6, il paziente deve rispondere su una scala 0-3, dove 0 rappresenta la qualità del suo sonno nell’ultimo mese come “molto buona” e 3 come “molto cattiva”; alla domanda 9 si chiede se il paziente ha avuto problemi ad avere energie sufficienti per concludere le sue normali attività e le alternative di risposta vanno da per niente (0) a molto (3). I 19 item sono inoltre raggruppati in 7 item compositi che rappresentano le 7 principali componenti del questionario, ovvero 1) qualità soggettiva del sonno, 2) latenza di sonno ovvero la quantità di tempo necessario ad addormentarsi, 3) durata del sonno, 4) efficacia abituale del sonno, 5) disturbi del sonno, 6) uso di farmaci ipnotici e 7) disturbi durante il giorno. Ogni componente è calcolata sul punteggio di un item o la somma di più item. Un punteggio più alto indica una gravità maggiore in quella componente. I punteggi delle varie componenti vengono poi sommati per calcolare il punteggio globale del PSQI, che va da 0 a 21. Un punteggio PSQI ≥5 indica una scarsa qualità del sonno, mentre un punteggio ≤5 indica una buona qualità del sonno32.

L’Insomnia Severity Index (ISI), infine, valuta la gravità percepita dell’insonnia, considerando sia le conseguenze diurne che quelle notturne33. È composto da 7 item che indagano la gravità del disturbo, il grado di interferenza con il funzionamento diurno, le conseguenze attribuibili al disturbo, il livello di disagio causato dal problema di sonno e la soddisfazione per i propri pattern di sonno. Tali item richiedono una valutazione su una scala Likert a 5 punti (da 0 a 4). Il punteggio della scala finale può variare da un minimo di 0 a un massimo di 28. La somma totale degli item è in grado di individuare 4 categorie: assenza di insonnia clinicamente significativa (0-7); insonnia al di sotto della soglia clinica (8-14); insonnia di media gravità (15-21) e insonnia grave (22-28)33,34.

Durante l’anamnesi e a fine trattamento, il medico ha sottoposto un’intervista clinica sull’insonnia standardizzata a ogni partecipante, ponendo domande generali sulla quantità e la qualità del proprio sonno, e domande di approfondimento sullo stile di vita, sui comportamenti per gestire il sonno, sull’uso di sostanze e di farmaci e sulla presenza e il trattamento di altri problemi di ordine medico o psicologico.

Ogni paziente è stato istruito ad assumere niaprazina 50 mg/ml** (8 gocce prima di coricarsi per un periodo di trattamento di 30 giorni).

Analisi statistica

L’analisi statistica è stata eseguita utilizzando GraphPad Prism 7 (GraphPad Software Inc., San Diego, CA, USA). I dati sono stati analizzati utilizzando un t-test non appaiato con la correzione di Welch. Il valore di p preso in considerazione come significativo è stato p<0,05.

La scelta di un t-test non appaiato piuttosto che di un t-test appaiato può risultare non idonea allo scopo dello studio, ma in realtà ci ha permesso di identificare una differenza statisticamente significativa tra le medie dei gruppi pre- e post-trattamento.

Risultati

I dati raccolti dalla valutazione dei questionari (QDS, PSQI, e ISI) eseguiti prima e dopo il trattamento hanno evidenziato come la qualità del sonno e in generale la qualità di vita di ogni paziente sia significativamente aumentata (p<0,0001****).

In particolare il questionario QDS ha confermato una riduzione significativa (p<0,0001****) di uno o più disturbi del sonno, tra cui la riduzione di incubi e sonno agitato, registrati in 30/42 pazienti (QDS>10); e al tempo stesso una migliore qualità del sonno durante la notte (tabella 3 e figura 1).







Riguardo il questionario PSQUI, anche esso a fine trattamento ha evidenziato una significatività statistica (p<0,0001****) inerente alla qualità del sonno in 39/42 pazienti esaminati (PSQUI ≥5). La maggior parte dei pazienti (61%) ha dichiarato di dormire di più durante la notte, manifestando una riduzione dei disturbi notturni e una riduzione o in alcuni casi anche scomparsa dei disturbi di sonnolenza durante il giorno. Inoltre, la maggior parte dei pazienti che faceva uso di farmaci ipnotici (11/42) ha ridotto e in alcuni casi sospeso il consumo di essi (tabella 4 e figura 2).







Gli outcome ottenuti dal questionario ISI hanno evidenziato una significativa riduzione (p<0,0001****) della intensità di insonnia: dal grado grave (n=14) a un livello non clinicamente significativo (n=25). Un risultato che ha poi evidenziato una riduzione di sintomi quali disagio e angoscia legati ai disturbi del sonno che interferivano durante le attività diurne di routine nella maggior parte dei pazienti (40/42, ISI ≥15) (tabella 5 e figura 3).







Ogni paziente a fine trattamento è stato anche sottoposto a una intervista clinica per accertare, al di là del risultato obiettivato dalla somministrazione dei test, il reale gradimento e grado di compliance all’uso di niaprazina, con particolare riferimento a un confronto con integratori naturali e benzodiazepine usati in precedenza. È emerso dalla intervista che niaprazina ha mostrato alta compliance nella prosecuzione del trattamento e dopo la conclusione del nostro studio, solo il 7% dei soggetti ha espresso il desiderio di ritornare ai benzodiazepinici, mentre coloro che da tempo ricorrevano a prodotti naturali, per una loro peculiare filosofia “naturally oriented”, hanno per il 70% optato per la continuazione della niaprazina in quanto non alterava a loro giudizio la regolare fisiologia del ritmo sonno-veglia, conferendo comunque al risveglio una buona stabilizzazione dell’umore senza particolari effetti negativi. Nella tabella 6, al fine di una ulteriore quantificazione della efficacia clinica, vengono confrontati i tre questionari utilizzati pre- e post-trattamento con niaprazina.




Discussione e conclusioni

In questo studio osservazionale prospettico aperto abbiamo indagato e valutato in particolar modo i vantaggi dell’utilizzo della niaprazina in quei soggetti di età adulta e senile in cui la qualità del sonno era sensibilmente inficiata dalla scarsa o assente attività fisica serale, che porta benefici di ossigenazione al cervello in premessa a un soddisfacente riposo notturno, e in coloro che abusano delle tecnologie di comunicazione (smartphone, tablet, computer e tv) eccitando la corteccia con stimoli multimediali, la cui inerzia di spegnimento pregiudica nettamente la qualità del riposo notturno; una seconda, numericamente minore coorte di pazienti arruolati era stata selezionata in funzione di pregressi disturbi del sonno in  età pediatrica, per i quali era stata già in epoca infantile istituita una terapia di medio termine (non superiore a 2, 3 mesi) con la medesima molecola di niaprazina oggetto del nostro studio7.

I risultati ottenuti dalla nostra indagine, a 30 giorni dallo inizio del trattamento, esprimono, sulla base delle risposte ai test somministrati, una significativa efficacia del nostro prodotto galenico, con particolare riferimento ai soggetti fruitori della terapia a base di tale molecola in età pediatrica e a coloro che, per consuetudine o necessità, intensificano nelle ore serali gli stimoli corticali e luminosi dei mezzi di comunicazione.

In particolare, lo studio mette in evidenza la buona lucidità ed efficienza dei probandi al risveglio, il buon tono neuromuscolare, e più genericamente, una cenestesi ben bilanciata che esordisce con la percezione di avere avuto un buon “sonno ristoratore”.

I limiti di questo studio di tipo semplice, aperto, sono innanzitutto la mancanza di un gruppo di controllo e la non valutabilità conseguente dell’effetto placebo, nonché l’assenza di risultati a lungo termine. Ma tali obiettivi non erano inclusi tra gli scopi della nostra indagine, che si è limitata a mettere in evidenza l’utilità per il medico pratico di non escludere dall’utilizzo, seppure in forma galenica, quelle molecole che  sono state escluse dal mercato per ragioni prevalentemente finanziarie; l’apprezzamento infatti del beneficio clinico di una gamma di prodotti, decaduti o revocati, deve essere mantenuto nella cultura del medico prescrittore come persistente riferimento mnemonico all’indirizzo di pazienti che ne meriterebbero peculiare indicazione. La niaprazina, grazie alla safety e innocuità risultanti dal suo storico uso in età infantile, nella quale lo sviluppo cognitivo e mentale deve esser particolarmente tutelato, rende ragione del suo utilizzo anche odierno, in un’ottica di preservazione delle funzioni superiori integrate del sistema nervoso centrale.

Conflitto di interessi: gli autori dichiarano l’assenza di conflitto di interessi.

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* Il Network del Secondo Parere che ha organizzato tale studio pilota è un sistema di consultazione web e ambulatoriale rapida che include un ampio numero di Specialisti in Italia e all’estero; a esso può rivolgersi, al fine di guarire o migliorare la qualità di vita, qualsiasi paziente affetto da qualsivoglia malattia o multimorbilità, che non è stato adeguatamente soddisfatto sotto il profilo della diagnosi e/o della terapia prescrittagli; i consulti individuali si svolgono in via telematica (info@medicocuratestesso.com) o frontale23,24. Il team di ricerca del Secondo Parere sviluppa terapie mirate “problem solving” avvalendosi anche di prescrizioni galeniche e valutando con studi su volontari la evidenza o congruenza di nuove ipotesi di prevenzione e di cura, come nello studio in oggetto.

** Prodotta in formula galenica dalla Farmacia del Pavaglione di Bologna e fornita dalla ditta ACEF Spa di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza).